Immaginate il silenzio di una piazza d’inverno.
Il rumore impercettibile della lucine sugli alberi.
Un leggío, un microfono e alle spalle l’aria densa di una biblioteca.
E poi noi.
Noi di Teatri Di.versi.
Quattordici adolescenti di scuola media e noi della compagnia. Abbiamo riempito il silenzio di un fiume di parole, ma non parole qualsiasi.
Le parole di Adania Shibli, la scrittrice palestinese a cui è stato revocato il premio di letteratura che le era stato assegnato, all’indomani del sette ottobre.
Ma che ne sanno i poeti della violenza? Loro che hanno come unica colpa quella non saper trattenere il cuore.
Due ore e mezza di lettura ad alta voce.
Una rivoluzione fatta di ascolto, pazienza.
Una rivoluzione di resistenza.
Una rivoluzione gentile.
E la presenza fiera, elegantissima di giovanissimi lettori non è stato per nulla “Un dettaglio minore” (che è il titolo del libro che abbiamo letto).
“Bene ragazzi, facciamo suonare le parole di chi, in questo momento, ha la bocca imbavagliata”.
I ragazzi sono stati degli eroi e siamo fierissimi di loro.
L’esempio di ciò che ciascuno di noi può fare per resistere, per restare umano.
Grazie a Futuro Anteriore Festival e a Gigi Brandonisio per averci invitato.
Foto di Stefano Procacci