Prosa per Adulti

Fiabe pugliesi

Fiabe pugliesi

TITOLO: FIABE PUGLIESI

INTERPRETI:
CARMEN CENTRONE, CLAUDIA LERRO, SIMONA OPPEDISANO, GIOVANNI DI LEONARDO, BEATRICE GALLO, LORENA FARUCCI

MUSICISTA:
LUIGI PALUMBO


“Una famiglia” è la storia di quattro solitudini che si incontrano e, entrando in relazione, sciolgono pian piano i propri nodi esistenziali, diventando infine una vera e propria famiglia. Una famiglia in cui ci si “adotta” a vicenda, scegliendosi e accogliendo l’altro come un inatteso dono di Natale. L’incontro tra i quattro è fortuito, in apparenza. Vittorio, avvocato in pensione, vedovo di recente del suo unico grande amore Nora, piange su una panchina commosso da un brano di musica classica proveniente da una finestra vicina. Andare a vedere l’Opera era un rito d’amore tra lui e sua moglie. Attratta da Vittorio, Teresa, scrittrice tra i quaranta e i cinquant’anni, single, si ferma a parlare con lui. Di lì a poco, si aggiungono una giovane madre, Claudia, e sua figlia Michela. Claudia viene dalla strada, dalla periferia, dalla vita vera e difficile. Sua figlia Michela,
stranamente, parla un linguaggio forbito, quasi non adatto alla sua età.

I quattro si ritrovano a pranzo a casa di Teresa dove piano piano, emergono i dolori di tutti. Teresa, nota al paese come “Teresa mezza sposa” per aver strappato metà del suo vestito da sposa sotto casa del fidanzato dopo averlo perso in un tragico incidete di moto a pochi mesi dal “Sì”, ha come grande rammarico quello di non essere mai diventata madre; Vittorio non accetta l’omosessualità del figlio Giulio e, dopo la morte della moglie Nora, “la sola capace di vedere la fine delle cose già nella vita e di piangere di nostalgia”, non riesce più a capire il cuore; Claudia, rimasta sola con la figlia Michela, deve arrangiarsi al meglio per mantenere se stessa e la figlia ma, non riuscendoci, ha ricevuto un’istanza di allontanamento dai servizi sociali; e infine Michela, madre di sua madre, lotta per non andare in casa famiglia e per averne una sua di famiglia: vera,
autentica, come quella della sua amichetta Daria il cui nonno c’è sempre con l’amore e le cioccolate. È Michela il deus ex machina del racconto. È lei che tesse silenziosa e a volte inconsapevole, le relazioni tra le altre tre solitudini.

Ogni personaggio contagerà l’altro delle sue imperfezioni e dei suoi punti di forza, completando le reciproche parti mancanti e costruendo una strana, nuova, vibrante relazione: una famiglia, appunto. Una come tante e al contempo diversa da tutte. Il tema dello spettacolo, oltre a quello dell’affido, è sicuramente quello della famiglia intesa modernamente non solo e meramente come il legame tra persone consanguinee o come l’unione civile e religiosa di un uomo e di una donna ma, più ampiamente, come amore, sistema di mutuo soccorso e comprensione che può essere scelto aldilà del legame di sangue e di ogni “ordinaria” normalità. Una riflessione sulla vita, anche, sulle scelte, su bivi, sull’intreccio tra destino e libero arbitrio, tra percorsi tracciati e dirottamenti.

 

Teatri di.versi


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